Modena: Sanita' Modena. Caso cardiologia policlinico, Favia e defranceschi (M5S) interrogano la regione Stampa
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Scritto da Assemblea Legislativa Regionale - Servizio Informazione   
Martedì 13 Novembre 2012 19:50

Modena: Sanita' Modena. Caso cardiologia policlinico, Favia e defranceschi (M5S) interrogano la regione

Le “numerose criticità” nei percorsi assistenziali della cardiologia del Policlinico di Modena emerse grazie alla denuncia di un’associazione e a un esposto alla Procura presentato dal Codacons modenese, “contenente un elenco di diverse decine di ‘casi sospetti’, tra cui numerosi decessi”, sono al centro di un’interrogazione che i consiglieri Giovanni Favia e Andrea Defranceschi (Mov5stelle) hanno rivolto alla Giunta regionale.

In questi giorni - scrivono i consiglieri - si apprende, dall’indagine condotta dai Nas di Parma e coordinata dalla Procura di Modena, “dell’esistenza di una collaudata organizzazione composta da cardiologi e rappresentanti di ditte fornitrici di attrezzature mediche”, che sarebbero stati “coinvolti in un giro di corruzione, avvalendosi, tra l’altro, di sperimentazioni cliniche senza autorizzazione, installazione di apparecchiature mediche, risultate anche difettose, su pazienti ignari, creazioni di falsi nelle cartelle cliniche, spese illecite a carico del Ssn, creazione di fittizie Onlus su cui far confluire somme di denaro per incentivare le sperimentazioni non autorizzate”. L’operazione avrebbe “inoltre portato alla confisca di circa 1 milione di euro depositati su conto correnti bancari vari”.
Tutto questo, - segnalano Favia e Defranceschi - nonostante il direttore generale del Policlinico, il 15 febbraio 2011, avesse fornito alla Regione “una serie di rassicurazioni” sulle "modalità di svolgimento” e sulle “attività di chirurgia vascolare” nella struttura complessa della cardiologia del Policlinico, “senza peraltro dissipare le perplessità espresse dall'associazione”.
Sempre a seguito della denuncia dell’associazione, - aggiungono - la Regione avrebbe nominato un gruppo di verifica, che avrebbe evidenziato “criticità” in alcune procedure, ma le conclusioni, “previa valutazione medico-legale, avrebbero escluso la presenza, all’interno delle verifiche effettuate, pari a 51 pazienti, di casi clinici degni di segnalazione alla Magistratura per colpa medica o male pratiche”.
Dalle indagini in corso, sembrerebbe anche che le criticità siano da individuare non solo nell'unità di cardiologia del Policlinico, ma anche in altri reparti, contrariamente a quanto sostenne - secondo i consiglieri – un ex direttore generale dell’assessorato politiche per la salute in una seduta della competente commissione assembleare.
Favia e Defranceschi ricordano inoltre che l’ex direttore generale del Policlinico, “dimessosi successivamente, forse anche a seguito dei fatti oggi noti per effetto dell’indagine della magistratura”, sarebbe risultato “socio, presidente e coordinatore scientifico di un centro studi e ricerche”, che “svolge attività di consulenza in materia di appalti ospedalieri, con sede a Carpi” presso un poliambulatorio, diretto dalla moglie. Lo stesso ex direttore generale sarebbe stato anche presidente del comitato tecnico scientifico di "un organismo che raggruppa le associazioni imprenditoriali del distretto mirandolese, le due aziende sanitarie di Modena e Reggio Emilia, la Provincia di Modena, l'unione dei Comuni modenesi area nord e il Democenter" e, "da ultimo", sarebbe stato chiamato a assumere un “ulteriore incarico di prestigio all’interno della sanità regionale (con un compenso ammontante a 546.480 euro)”.
I consiglieri rilevano che, nell’indagine del gruppo di lavoro regionale, non vi sarebbe riscontro di attività mirate a “esaminare i rapporti di collaborazione tra le case farmaceutiche interessate dai provvedimenti cautelativi ed i vertici aziendali, nonché i professionisti del reparto interessato dallo scandalo che hanno operato a discapito della salute dei pazienti”, né vi sarebbe “stata da parte della sanità regionale alcuna attività” per “analizzare la qualità degli impianti utilizzati nel reparto di cardiologia e le certificazioni di tali manufatti”, e neppure si sarebbe proceduto a “attività di controllo sul personale in carico al reparto interessato dallo scandalo, circostanza ben evidenziata dalla presenza di un medico senza curriculum tra gli operatori sanitari”.
Gli esponenti del Mov5stelle chiedono quindi alla Giunta quale giudizio esprima sull’operato dei vertici aziendali all’epoca dei fatti e di quelli attuali e se non valuti l’opportunità di applicare un regime di incompatibilità negli incarichi di vertice delle aziende ospedaliere e negli incarichi aventi ad oggetto attività di consulenza.
I consiglieri vogliono quindi sapere se non si ritenga opportuno avviare un’ulteriore indagine interna, tenuto conto che la gran parte dei problemi evidenziati nell’indagine del gruppo di verifica regionale risulta ascrivibile, oltre che alla mancanza di un contesto clinico e organizzativo multidisciplinare per la valutazione delle indicazioni e dell’esecuzione di interventi complessi, extracardiaci e cardiaci, anche a altri aspetti organizzativi di natura medica e organizzativa generale.
Favia e Defranceschi invitano inoltre la Regione a estendere la verifica a tutte le attività dell’intero complesso ospedaliero e a avviare una attenta indagine sui rapporti di collaborazione tra le case farmaceutiche e il personale medico delle strutture sanitarie regionali.
I consiglieri domandano infine se sia vero che all’interno del Policlinico di Modena abbia svolto attività medica personale privo di titoli e non iscritto all’Ordine dei medici e se non si ritenga opportuno potenziare i criteri di accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. (AC)
Assemblea Legislativa Regionale - Servizio Informazione
Prot. N. 1785/2012
Data 13/11/2012