Obama a Buchenwald:"Ahmadinejad venga qui" |
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Venerdì 05 Giugno 2009 20:32 | |||
Obama a Buchenwald:"Ahmadinejad venga qui" Il presidente Usa in Germania dopo lo storico discorso del Cairo sui rapporti con l'Islam colloquio con la cancelliera Merkel prima della visita al lager dove ha incontrato Wiesel. DRESDA - E' la Germania la prima tappa europea del viaggio di Barack Obama oltreoceano, dopo il passaggio mediorientale con lo storico discorso tenuto ieri al Cairo, rivolto al mondo islamico. Il presidente americano Barack Obama ha incontrato oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel a Dresda. Una giornata densa di significati simbolici, che culmina con la visita al campo di concentramento di Buchenwald, dove Obama incontra il premio Nobel per la pace Elie Wiesel e riprenderà il tema della Shoah. A questo proposito, in un'intervista prima della visita, il presidente ha lanciato una prima stoccata al leader iraniano Ahmadinejad. Alla domanda se il presidente iraniano avesse qualcosa da imparare dalla sua visita, Obama ha risposto: "Dovrebbe venirci di persona. Non ho pazienza per chi nega la storia. E la storia dell'Olocausto non è cosa su cui si possa discutere".La Merkel si è recata presso l'albergo dove alloggia il capo della Casa Bianca e i due leader hanno poi visitato insieme il Gruenes Gewolbe, nel Castello di Dresda, il museo d'Europa più ricco di tesori. Poi, in una conferenza stampa congiunta, hanno riaffermato che per il Medio Oriente, tema al centro del successivo faccia a faccia dopo il tour di Obama culminato nel discorso del Cairo, c'è bisogno di "una soluzione a due Stati". Il processo di pace. "Il discorso di Obama è molto importante", ha detto la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente Usa, riferendosi al discorso del Cairo. Obama ha ribadito che "è adesso il momento" di agire per arrivare a una pace in Medio Oriente "basata sui due Stati", quello israeliano e quello palestinese. E ha aggiunto che con il suo discorso al Cairo gli Usa hanno creato "il clima" e lo spazio per far ripartire i negoziati, ma ora spetta alle parti compiere "scelte difficili" perché l'America non può fare la pace da sola. Merkel ha aggiunto che con l'amministrazione Usa si è creata "un'opportunità unica per far ripartire il processo di pace". Dialogo con l'Iran. Gli Stati Uniti, ha spiegato il presidente, sono pronti ad avviare "un dialogo serio" con l'Iran che dovrà essere portato avanti in collegamento con il "5+1", il gruppo di mediatori formato dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu più la Germania. "Dobbiamo evitare una corsa agli armamenti in Medio Oriente", ha sottolineato il presidente Usa. La questione Guantanamo. Il capo della Casa bianca ha parlato anche di Guantanamo, una "questione spinosa" non solo per gli Usa ma "a livello internazionale", per risolvere la quale "ci vorrà del tempo". E ha precisato di non aver chiesto né ricevuto dalla Germania alcun impegno riguardo alla custodia dei detenuti. Ma gli Stati Uniti hanno chiesto all'Ue di "aiutare e lavorare con noi" per arrivare alla chiusura del carcere. Obama ha aggiunto come Guantanamo sia divenuta una "struttura simbolo" che però "non rappresenta le nostre tradizioni, i nostri ideali, il nostro stato di diritto". Merkel ha ricordato come il suo governo sia sempre stato "in favore della chiusura della struttura": "Continueremo a dialogare per cercare una soluzione, sono certa che la troveremo". Crisi e settore auto. Nel colloquio fra i due leader si è parlato anche di crisi economica "riaffermando la necessità di non accettare il protezionismo", bisogna "garantirci che manterremo aperte le frontiere". Allo stesso tempo Obama - senza fare nomi - ha aggiunto di essere "felice di vedere la soluzione della situazione qui in Germania" del settore automobilistico. "Non è facile aiutare la ristrutturazione del settore" ma "spero che vedremo stabilizzarsi e tornare forti" le industrie interessate. Il capo della Casa Bianca ha detto di aver visto "qualche progresso" nei tentativi di riportare stabilità alla economia mondiale, e di avere concordato con Merkel che occorre "lavorare insieme strettamente" per continuare questi progressi. La visita a Buchenwald. Il momento di maggior impatto della giornata è stata la visita di Obama al lager nazista di Buchenwald, il più grande campo di concentramento sul suolo tedesco, dove morirono 56mila prigionieri, di cui circa undicimila ebrei, e altre decine di migliaia prigionieri di guerra sovietici e prigionieri politici. Oltre che dalla Merkel e dal premio Nobel per la pace Elie Wiesel, sopravvissuto all'Olocausto, Obama è stato accompagnato nella visita del campo di concentramento anche da Bertrand Hertz, un altro sopravvissuto ora presidente del Comitato internazionale degli ex internati di Buchenwald-Dora. I quattro hanno deposto una rosa bianca sul monumento che ricorda "tutte le vittime" del campo di sterminio. Obama ha chinato lievemente la testa, in raccoglimento, prima di allontanarsi dal memoriale. Nel discorso tenuto nel campo, Obama ha ricordato: "L'indignazione per quanto è avvenuto non è diminuita". Parlando accanto alla Merkel, Obama ha ripreso il riferimento al presidente iraniano e ai negazionisti della Shoah, ricordando che "alcuni negano ancora che l'Olocausto sia mai avvenuto", e che "è necessario essere vigili contro la diffusione del male ai nostri tempi". Alla Merkel poi, un particolare omaggio: "Non deve essere facile guardare al proprio passato con tanta chiarezza, e la capacità di far sì che non possa accadere di nuovo". La cancelliera, dal canto suo, rendendo omaggio a tutte le vittime, ha ricordato: "Qui a Buchenwald, vorrei sottolineare un obbligo che ricade su noi tedeschi, come conseguenza del nostro passato: dobbiamo difendere i diritti umani, dobbiamo difendere lo stato di diritto e difendere la democrazia. Dobbiamo combattere contro il terrorismo, l'estremismo e l'antisemitismo. E soltanto con la consapevolezza delle nostre responsabilità potremo lottare per la pace con i nostri amici alleati negli Stati Uniti e nel resto del mondo". Obama ha proseguito la visita del campo ascoltando le spiegazioni del Nobel Wiesel, il cui padre è morto a Buchenwald tre mesi prima della liberazione del campo nel 1945. Il presidente Usa ha una connessione familiare col campo: il pro-zio materno Charlie Payne, in Europa con le truppe americane, fu tra i liberatori di un campo satellite di Buchenwald. Tornò sconvolto dalla esperienza. L'uomo, che ha 84 anni, vive a Chicago. Non a caso, Merkel ha parlato di un viaggio la cui natura "è altamente simbolica". Infine il capo della Casa Bianca visiterà l'ospedale militare americano di Landstuhl, dove vengono curati soldati feriti provenienti da Iraq e Afghanistan. In serata sarà in Francia, dove domani parteciperà alle celebrazioni per il 65esimo anniversario dello sbarco in Normandia. Il tour si concluderà con un weekend a Parigi.
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Ultimo aggiornamento Giovedì 11 Giugno 2009 16:31 |