Lettera aperta a Mizar |
ItaliaNews - Cronaca | |||
Scritto da Nicola Lamonica | |||
Giovedì 22 Gennaio 2009 18:41 | |||
Lettera aperta a Mizar Forio 22 gennaio 2009 E’triste, ma è così! Per alcuni nostri interlocutori che vivono la quotidianità col paraocchio e con la cattiva abitudine dell’autosufficienza non basta neanche il confronto, per di più assembleare, per afferrare i veri motivi della azione di lotta intrapresa dagli isolani sui trasporti marittimi del Golfo di Napoli. E per chi ancora non avesse chiara la triste realtà che viviamo nel settore marittimo è giusto qui richiamare i fatti , anche se in maniera semplificata. Sono cinque i punti caldi che caratterizzano oggi l’impegno dell’Autmare: la monopolizzazione del traffico marittimo; il ruolo statico della Caremar; la continua interruzione dei servizi obbligatori, di cui al famigerato “ atto di sottomissione”; il continuo ricatto dei privati e l’inerzia regionale. Esaminiamone alcuni:la monopolizzazione del traffico marittimo. I trasporti nel Golfo di Napoli sono monopolizzati da una raggiunta intesa per affari degli armatori privati che - dalla fase limitata ed embrionale del ’98, con successivi accorpamenti che vedono delle accelerazioni quando c’è da accaparrarsi un privilegio ed una sostanziosa disponibilità economica della Regione Campania - oggi porta l’acronimo ACAP; il mondo dei privati armatori si è , pertanto, costituito uno strumento di pressione di tipo corporativo che persegue obiettivi di affari senza lasciare alcun margine d’ingresso al altri, se non allineati. Il tutto con la compiacenza politica della Regione Campania che con le sue fantasie amministrative - che non trovano riferimento e sostegno nella legge 3/2002 - li ha incoraggiati, valorizzati e foraggiati facendo scelte che sono risultate utile solo agl’interessi economici degli armatori ( la conferma di ciò è riscontrabile anche negli scritti del Garante della Concorrenza). Il servizio pubblico a gestione statale. La società Caremar - che è bene ricordare essere figlia di una lungimirante scelta politica del 1975, legge 169 - pur tra mille feroci critiche che possiamo fare al suo gruppo dirigente, ci ha garantito alcuni servizi sociali, un trasporto di qualità ed un piano tariffario stabile e sicuramente compatibile con le esigenze di mobilità degli isolani; anche se molto di più avrebbe potuto fare se la sua politica aziendale fosse stato meno statica e più attenta all’evoluzione dei tempi se non altro per alleggerire l’impegno economico dello Stato attraverso l’incremento dell’offerta ( vedi ad esempio su Pozzuoli, il servizio scolastico per Procida, …) in funzione della rinnovata dinamica sociale; ed offrire, anche, servizi che all’atto della sua istituzione non erano così essenziali come nella fase attuale, come i carburanti ed il trasferimento dei rifiuti solidi urbani. Il ricatto dei privati come arma di pressing sulla Regione, sul Prefetto, sullo Stato ( a quelli dell’ultima ora è bene aggiungere aggiungere i tanti altri fatti e mai colpiti da nessuno!). Questo fatto sta diventando una costante, un arma di lotta riprovevole e pericolosa anche dal punto di vista etico-sociale. Esso ha come unico obiettivo il consolidamento dei privilegi acquisti, spesso in modo improprio, ai danni della legalità che è nella legge 3/ 2002 che si è data la Regione Campania. Esso manifesta anche il fallimento di una politica regionale del settore che è anche fallimento di un ruolo istituzionale avuto nel tempo dai nostri Sindaci che spesso hanno preferito curarsi i buoni rapporti con l’Assessorato e la Regione per altri obiettivi, sottovalutando le conseguenze politiche di tanta arrendevolezza. Ma tutto ha un limite e bene hanno fatto in queste ultime ore il Sindaco di Ischia ed i suoi colleghi di Capri ed Anacapri a portare anche loro, in aggiunta all’Autmare ed al Comitato Interisolano per la Mobilità, la questione nelle sedi giudiziarie affinché il vulnus degenerativo venisse stroncato subito. E mi fermo qui solo per ascoltare, con il mio silenzio, se dal silenzio complice dei tanti miei interlocutori alla Mizar possa venire qualche flebile lamento nella direzione giusta. Nulla! solo cattiverie ed accuse gratuite. A Mizar che in sostanza mi accusa di alterare i fatti per accattivarmi le masse rispondo con la realtà che ho sopra evidenziato, aggiungendo che le responsabilità di quanto succede nel Golfo di Napoli sono dovute alla mancata applicazione delle leggi ed ai compiacenti silenzi istituzionali anche dei nostri sindaci e delle forze politiche che hanno appoggiato Cascetta in tutti questi anni e continuano ad appoggiarlo. Ma anche a tanti che hanno la possibilità della parola e dello scritto che pur di presentarsi alla ribalta sviano il problema creando artificiosi linguaggi ed argomentazioni tale da far diventare santi chi non lo è e non lo è mai stato. Parlare oggi, caro Mizar, di bilanci in rosso e di difficoltà aziendali dei nostri armatori privati non aiuta a comprendere ed a risolvere il problema e corri il rischio che con il prossimo tuo “ sottotiro” tu ti dia da fare per collocare a loro favore cassette di raccolta fondi nei centri commerciali dell’isola. Ai tuoi interlocutori che con tanto interesse ti aggiornano sulle difficoltà aziendali potresti chiedere con quale criterio hanno scelto di fare i servizi OSP senza nulla pretendere? E subito ti accorgeresti del loro rossore sulle guance per le bugie che dicono, se ancora c’è rimasto un residuo di pudore. Basti pensare alle gare ” vinte”; che cosa nasconde la scelta del “ senza nulla pretendere” per i servizi obbligatori? A chi è convenuta e perché l’hanno sostenuta e/o “ subita”? Sono legittimi e in coerenza con le leggi comunitarie gli accordi privatistici con il cosiddetto “ documento di adesione”, al posto di gare ad evidenza pubblica? E poi, perché non è suonato strano ai nostri armatori, che blaterano sui vantaggi del libero mercato, il continuo richiamo negli atti deliberativi della Regione che “ le gare s’intendono valide anche in presenza di una sola offerta”? E poi ancora non è strano che l’interruzione dei trasporti cade sempre e solo quando il turismo è fermo? E che dire delle lottizzazioni di aree di accosto e di porti; della mancanza della concorrenza con evidente gestione unitaria delle tariffe; della gestione del residuale, …. e dulcis in fundo dell’impegno straordinario profuso dalla Regione Campania presso il Ministero dei Trasporti perché la Caremar alzasse le sue tariffe ordinarie, fatto che “ ha facilitato un riallineamento verso l’alto( dei prezzi ndr) di tutte le imprese firmatarie del documento di adesione “; ….. Sono io il demagogo, caro Mizar, quando dico queste cose nella coerenza degli impegni presi con la popolazione e quando insieme a tanti altri “demagoghi “ volemmo superare il complice silenzio delle forze politiche, dei sindacati e delle istituzioni per dare voce agli utenti, per immettere moralizzazione nel settore e dare diritti a tutti da tempo negati? Non è il caso di ripensare al passato e dire invece con me e con noi che tutto quello che ci accade oggi è frutto di silenzi colpevoli e che la storia del traffico marittimo del Golfo di Napoli avrebbe potuto evolvere diversamente se la demagogia complice degli altri fosse stata combattuta con la determinazione che oggi viene dal mondo degli utenti, unito contro il malgoverno?
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Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Marzo 2009 12:34 |