Italia: Chardin Simeon |
ItaliaNews - Arte | |||
Scritto da Maria Carmen Masi | |||
Martedì 11 Gennaio 2011 14:26 | |||
Italia: Chardin Simeon Chi volesse visitare la prima mostra monografica di Jean Siméon Chardin (1699-1779) in Italia ha ancora una ventina di giorni di tempo. Infatti, da febbraio le opere voleranno al Prado per restarvi fino a maggio prossimo. L'evento, nato da una collaborazione tra Ferrara Arte e il Museo del Prado, sotto la cura di Pierre Rosenberg, massimo esperto dell'artista, Accademico di Francia e Presedente onorario del Museo del Louvre, è davvero un'occasione da non perdere. Guida ed esempio per numerosi artisti contemporanei di nature morte, da Cézanne a Matisse, da Picasso e Braque fino a Morandi, Chardin fu forse il pittore più antiaccademico che l'Accademia e la società del Settecento francese potessero conoscere. Sfidando le regole tradizionali che prevedevano un'intensa formazione sui classici, un viaggio d'istruzione in Italia e un perfezionamento sui generi più affermati di carattere storico e mitologico, il pittore francese preferì dedicarsi alla natura morta e alle scene di genere, nelle quali rappresentò – in maniera originale - la vita domestica degli oggetti e degli esponenti di tutte le classi sociali, meritandosi la definizione di "poeta del quotidiano" e di "pittore del silenzio". Nella semplice e raffinata esposizione di Palazzo dei Diamanti a Ferrara viene ricostruita la sua intera carriera con il ricorso a capolavori provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche e private del mondo. Erede di Vermeer, Chardin fu certamente un punto di riferimento per le istanze impressioniste e postimpressioniste della pittura francese, oltre ad aprire la strada al Realismo ottocentesco. A detta dei suoi biografi, era convinto che la sua pittura non dovesse limitarsi alla mimesi o agli esempi altrui, ma che dovesse prediligere l'insegnamento diretto della realtà, per ritrarre il più possibile i volumi, le tonalità cromatiche e gli effetti di luce ed ombra, come dimostra l'opera più mirabile del primo periodo: Lepre morta con polvere da sparo e carniere (1728-30), Parigi - Museo del Louvre. Lo schema adottato è apparentemente semplice: dopo aver studiato la disposizione degli oggetti nello spazio, gli accordi cromatici, la materia, i rapporti di luce ed ombra, gli elementi venivano messi in scena su un piano di posa in pietra, così come aveva già fatto nella Spagna del secolo precedente il frate spagnolo seicentesco Juan Sànchez Cotàn, le cui tele sono visibili proprio al Prado. Cotàn tuttavia usava i piani in pietra o i vani finestra come palcoscenico per nature morte, con una matrice iperrealistica e metafisica antelitteram, del tutto assente in Chardin. Dall'inizio della sua attività il pittore non rinunciò mai alle esposizioni del Salon del Louvre, che gli garantirono numerosi apprezzamenti da parte dei suoi contemporanei, tra cui Diderot. La sua fama divenne tale da essere invitato nel 1740 nella Reggia di Versailles da Luigi XV in persona, al quale Chardin regalò Il Benedicite e La Madre laboriosa. Queste tematiche borghesi gli garantirono sempre più le simpatie del pubblico inaspettatamente protagonista, che imparava a familiarizzare con le sue opere attraverso le incisioni di Charles Nicolas Cochin e Francois Bernard Lépicié. Famosissimi sono i dipinti: Il giovane disegnatore, Il bambino con la trottola e La bambina col volano, tutti assorti nei loro pensieri accentuati dalla gamma neutra dei colori del fondo. A seguito della morte della moglie, nel 1744 Chardin convola a nuove nozze con la facoltosa vedova Douget che gli garantisce una certa serenità economica, ma già nel 1747 vede aggravarsi le sue condizioni di salute. Dipinge l'ultimo ritratto di genere "Gli alimenti dell'adolescenza" o L'infermiera premurosa, in cui è ritratta una donna che sbuccia un uovo per un ammalato, con una padronanza della tecnica pittorica che non ha bisogno di disegni preparatori. Con le nature morte tornano anche i trofei di caccia, di maggiore intensità emotiva e più capaci di stimolare la riflessione. Questi lavori raggiungeranno una tale bellezza che C.Sterling esalterà la superiorità di Chardin su Delacroix, Millet, Courbet, Degas e gli impressionisti. Chardin. Il pittore del silenzio Ferrara, Palazzo dei Diamanti
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Ultimo aggiornamento Domenica 07 Aprile 2013 17:23 |