Annullo Postale Speciale per i 26 anni del Centro Ricerche |
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche | |||
Scritto da Isabella Marino | |||
Giovedì 29 Maggio 2003 19:09 | |||
Annullo Postale Speciale per i 26 anni del Centro Ricerche PRESSO LA SEDE NELLA ZONA DI SAN VITO Sessant’anni dopo, l’orologio della chiesa madre di San Vito continua a segnare con i suoi rintocchi lo scorrere del tempo. E della storia. A pochi passi, è una sera di festa. Uno dopo l’altro, gli ospiti varcano l’ingresso sovrastato da due grandi vessilli al vento, il Tricolore italiano e la bandiera di un’altra repubblica, quella Napoletana del 1799. Come le due bandiere, s’intrecciano e si sovrappongono il passato e il presente, gli eventi che hanno segnato la vita della comunità locale e quelli che hanno avuto un peso anche al di là del mare. Nel grande salone, i libri raccontano la continuità della storia. Dall’epoca angioina ai giorni nostri, si susseguono i volumi negli scaffali, senza soluzione di continuità come la concatenazione dei fatti che si arricchisce ogni giorno, in ogni momento, di nuovi elementi. Le cui testimonianze scritte sono destinate ad arricchire la già ricca biblioteca di oltre diecimila volumi, che, insieme agli ottomila documenti raccolti in tanti archivi d’Italia e all’estero, rappresenta il cuore del Centro Ricerche Storiche d’Ambra. Che ha appena iniziato il suo ventisettesimo anno di attività La sera di festa, nel palazzo d’epoca dirimpettaio della chiesa di San Vito, è proprio per celebrare un anniversario importante, il ventiseiesimo dell’istituzione del Centro. All’invito di Nino d’Ambra, che del Centro è il fondatore ed il cervello, insieme alla consorte Gemma, hanno risposto in tanti, giunti da ogni parte dell’isola per manifestare con la loro presenza l’interesse e l’attaccamento ad una realtà culturale di indiscusso valore, di cui Ischia ha di che andare orgogliosa. Stavolta, il piccolo riconoscimento personale prevale, ma non sono comunque escluse le motivazioni che sollecitano solitamente gli estimatori del Centro a partecipare numerosi ai frequenti incontri organizzati dai coniugi d’Ambra: il piacere della conversazione, della riflessione, della condivisione e dello scambio di informazioni e conoscenze su argomenti storici, perlopiù (ma non in via esclusiva) collegati all’entusiasmante passato della nostra terra, che ha sempre nuove pagine da disvelare. All’ingresso, gli ospiti hanno la possibilità di ottenere lo speciale annullo che le Poste hanno dedicato al 26° anniversario del Centro. Per stasera, in via eccezionale, l’operazione sarà effettuata sul posto, ma poi, per un mese, il timbro realizzato per questo 23 maggio da ricordare sarà disponibile presso l’Ufficio centrale delle Poste di Napoli. La riunione si svolge, come di consueto, nel salone all’ultimo piano, con vista sulle colline foriane coperte di viti verdeggianti. Tra i libri, centinaia di volumi in bell’ordine che attraggono inevitabilmente l’attenzione dei presenti, sono esposti con cura, per l’occasione, alcuni dei documenti più pregevoli del Centro, frutto di un paziente lavoro di ricerca negli archivi a volte durato anni, che ricordano alcuni degli studi più importanti affrontati e portati a buon fine da Nino d’Ambra. Che spesso vi ha dedicato delle specifiche pubblicazioni. E, tra tanti, lo sguardo si posa sui fogli ingialliti dal tempo su cui sono riportate notizie essenziali per la ricostruzione della breve, ma intensa (anche dal punto di vista dei contatti politici) permanenza di Giuseppe Garibaldi sulla nostra isola, nel 1864. Un capitolo della storia isolana raccontato con dovizia di testimonianze documentarie nel bel volume che al Generale fu dedicato da Nino d’Ambra nell’83. 1983-2003: vent’anni sono passati, da una pubblicazione che rappresenta una pietra miliare nell’impegno di ricercatore dell’avvocato foriano. La sera di festa, del resto, è soprattutto sera di anniversari. E di ricordi, ovviamente. Raccontati da chi custodisce la memoria dei fatti cui si riferiscono per averli direttamente vissuti o per averla acquisita – quella memoria – grazie a studi e ricerche storiche. Sera di anniversari. La serie delle evocazioni-rievocazioni inizia con quello che, forse, suscita ancora le emozioni più forti. In Nino d’Ambra di sicuro, ma anche in altri testimoni di quella terribile notte dell’8 settembre del ’43. Quando Nino, il bambinetto che osservava sconvolto i cadaveri allineati all’esterno della chiesa, capì all’improvviso ciò che era la guerra, oltre alla fame e alle privazioni quotidiane. Anni dopo, a quelle sensazioni, a quella notte, ai dubbi e alle certezze che ne erano scaturiti, d’Ambra dedicò una bella poesia, “Perché sono antifascista”, che una insegnante legge ora con grande espressività, segnando così uno dei momenti più speciali di questa serata prodiga di emozioni. Nel luglio del 1943 Ischia era stata colpita da un altro lutto. Al largo di Ventotene fu affondato dagli inglesi il vapore “Santa Lucia”. Cinque ischitani persero la vita in quell’atto di guerra portato contro una nave passeggeri!. Tra quegli isolani, il padre del preside Nunzio Albanelli, che non è voluto mancare a questa serata. All’amico d’Ambra, per l’anniversario del Centro, Albanelli ha dedicato una bella lettera di affetto e di riconoscenza, da appassionato di storia e uomo di cultura, per il lavoro svolto in questi ventisei anni. Un lavoro di ricerca accurata sulle fonti e di approfondimento, ma anche di encomiabile divulgazione, che passa anche per i fruttuosi incontri organizzati nel familiare salone in cui risuonano i rintocchi della chiesa di San Vito. “Il nostro obiettivo, con queste serate – spiega d’Ambra – è di rendere la cultura un elemento ordinario, non straordinario, della nostra vita”. Altri anniversari, altre iniziative da ricordare. Il 23 maggio di undici anni fa, la morte di Falcone mise in lutto l’Italia. E al magistrato ucciso dalla mafia, d’Ambra s’ispirò per una poesia, letta anche stasera. Giusto un mese dopo, prima dell’altro devastante attentato contro Borsellino, il Centro promosse una marcia di dolore e di protesta, dalla Cattedrale di Ischia Ponte alla chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pietro. Un itinerario non casuale: era quello il percorso che compirono i martiri della Repubblica Napoletana del ’99, verso il patibolo. Tra loro Pasquale Battistessa, protagonista di una delle vicende più tragiche di quella breve esperienza di libertà. Colpito a morte sull’altare della chiesa di San Pietro, dopo essere miracolosamente sopravvissuto al capestro, Battistessa è oggi ricordato da una lapide marmorea, sistemata nel 1999, su iniziativa del Centro, nel giardino della chiesa attribuita a Vanvitelli. In questi anni, numerose sono state le lapidi e le epigrafi che il Centro, spesso in collaborazione con i Comuni o con associazioni, ha apposto in luoghi dell’isola legati a personaggi o eventi degni di essere ricordati. “Uno dei nostri obiettivi – ha sottolineato Nino d’Ambra – è di tener viva la memoria storica della comunità. E le lapidi di marmo e le epigrafi sono come dei campanelli che invitano il passante a soffermarsi un attimo e ad informarsi su eventi e personaggi che hanno a che fare anche con la sua realtà”. E a proposito di memoria storica, come dimenticare le tante iniziative rievocative promosse dal Centro nel bicentenario della Repubblica Napoletana? A cominciare dalle serate organizzate presso il Palazzo Reale che furono seguite da un folto pubblico entusiasta per l’originalità di una proposta culturale fuori dagli schemi, che faceva della storia una realtà viva, nonostante fossero trascorsi duecento anni. Anniversari. Il venticinquesimo dalla morte di Aldo Moro. Il centesimo dalla morte di Giovanni Bovio, professore universitario, promotore del gruppo progressista ischitano, candidato come deputato nel collegio di Ischia, autore di un appello al voto rivolto agli ischitani che viene letto e che, ancora oggi, rappresenta una testimonianza alta di come possa essere interpretato l’impegno politico. E’ maggio, come in quel 1848 quando, sull’onda delle rivolte che investirono l’Europa e gli Stati italiani contro il dispotismo, Napoli si ribellò ai Borbone. Tra quanti parteciparono attivamente a quella rivolta soffocata nel sangue, c’era anche il foriano Giuseppe Pezzillo, a cui, come a tanti altri martiri per la libertà della nostra isola, d’Ambra ha dedicato una delle sue ricerche più interessanti. Ventisei anni di studi, di viaggi per visitare gli archivi alla ricerca di documenti inediti da conoscere e pubblicare. Come quelli cercati in Cina, solo l’anno scorso, per completare un lavoro su Matteo Ripa, napoletano, vissuto per vent’anni nel Celeste Impero nella prima metà del Settecento, fondatore, al suo ritorno in patria, dell’Istituto Orientale che da lui era stato chiamato il Collegio dei Cinesi. Una ricerca da continuare, come tante altre in corso d’opera, a cui Nino d’Ambra sta riservando le sue attenzioni in questi mesi. E’ festa, si fa musica. Ci sono i giovani alunni del maestro Carmine Pacera che eseguono musiche di Vivaldi e grandi classici napoletani. Ci sono i pezzi al pianoforte proposti dall’avvocato Baggio, uno dei più assidui frequentatori delle serate del Centro Ricerche Storiche d’Ambra. Sono stati ventisei anni, intensi, di attività. Stasera si volta pagina, si guarda oltre. Il cammino prosegue, c’è ancora tanto da scoprire, conoscere, approfondire, scrivere. La storia offre innumerevoli spunti da raccogliere, piste da seguire. L’orologio della chiesa madre di San Vito segna lo scorrere del tempo. E’ già domani. Nuovi traguardi attendono di essere raggiunti. (Isabella Marino, quotidiano “Il Golfo” del 29 maggio 2003, pagg.18 e 19).
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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:22 |