60° de Le 4 Giornate di Napoli, Secondo incontro |
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche | |||
Scritto da Caterina Sepe | |||
Sabato 25 Ottobre 2003 19:14 | |||
60° de Le 4 Giornate di Napoli, Secondo incontro Il film-cult di Nanni Loy “Le Quattro Giornate di Napoli” del 1962 (con Domenico Formato, Regina Bianchi, Peter Dane, Frank Wolff, Jean Sorel, Lea Massari, Gian Maria Volonté, Georges Wilson, Pupella Maggio, Luigi De Filippo, Enzo Cannavale, Rosalia Maggio) è stato il fulcro intorno al quale è ruotato il secondo incontro organizzato dal “Centro di Ricerche Storiche d’Ambra” per ricordare il 60° anniversario delle quattro giornate, film di alto spessore culturale ed evocativo, ispirato ad episodi realmente accaduti con accurati riscontri storici. In via preliminare l’avv. Nino d’Ambra, coordinatore degli incontri, ha ricordato la figura dell’avv. Pasquale Iacono, recentemente scomparso, funzionario postale in pensione, impiegato competente e gentile con il prossimo. Ma soprattutto d’Ambra ne ha sottolineato il suo contributo di ricerca quando nel 1945 elaborò la sua tesi di laurea in Legge sui cosiddetti “privilegi aragonesi” dell’Isola d’Ischia, che rappresenta, relativamente all’argomento trattato, una pietra miliare nella pur vasta storiografia ischitana. Poi l’oratore ha parlato delle opere più recenti donate al Centro, soffermandosi sui libri di Agostino di Lustro “I marinai di Celsa e la loro Chiesa dello Spirito Santo ad Ischia” (una ricerca eccellente), di Nunzio Albanelli “Vittoria Colonna e il suo mistero”, definendo l’Autore, che ha fatto un ottimo lavoro, “l’amante postumo” della Marchesa di Pescara. Ha commentato altresì, in maniera molto positiva, “Ischia nella tradizione greca e latina” di Raffaele Castagna e la precisa traduzione dal tedesco da parte di Nicola Luongo del libro “Ischia l’isola dimenticata” di Edgar Kupfer-Koberwitz.L’avv.d’Ambra inoltre ha ricordato diffusamente la figura del partigiano Marco Pasanisi e la interessante conferenza che tenne al Centro (v. “Il Golfo” dell’8 ottobre 1999) in cui, fra l’altro, chiarì in maniera esaustiva, da testimone oculare, la prevalenza dell’iniziativa popolare in relazione alle quattro giornate, rispetto ai “piani” ancora in elaborazione dei partiti democratici. I convenuti che ricordavano il Pasanisi, lo hanno salutato con un lungo applauso. Dopo la proiezione del film e l’emozione che ha suscitato e rinnovato, sottolineata da consenso unanime, ha preso la parola la prof.ssa Rosa Genovino, che ha recitato con grande passione, una commovente sua composizione poetica in dialetto napoletano, dedicata al martire dodicenne Gennaro Capuozzo, caduto sulle barricate delle quattro giornate a Via Roma (oggi via Toledo), medaglia d’oro al valor militare alla memoria. «Il Capuozzo è considerato dagli storiografi il più giovane eroe di tutto il periodo resistenziale. A lui sono dedicate diverse strade e scuole, fra cui si ricordano: strada al Rione Flegreo, Scuola Materna al Rione Traiano, Circolo Didattico n. 172 di Secondigliano, Scuola Media di via Tommaso Blanch, tutte nel Comune di Napoli. Inoltre, una Scuola Materna di Bologna e la Scuola di Catena Marghera a Venezia», ha precisato Nino d’Ambra. Ne è seguita un’originale ed apprezzata performance sulle quattro giornate da parte di un folto gruppo di studentesse della Scuola Media di Lacco Ameno: Giusi Monti, Francesca De Siano, Alessia Di Meglio, Rita Morgera, Giulia Mandl, Arianna Piro, Nicoletta Verde ed altre (chi scrive si scusa per non ricordare tutti i nomi), accompagnate dalle prof.sse Rosaria Terracciano ed Eleonora Iovene, che hanno riscosso unanimi consensi, sottolineati da lunghi applausi. Sono intervenuti, fra gli altri, i proff.ri Nunzio Albanelli e Nicola Lamonica, che hanno in particolare insistito sulla necessità di tenere sempre viva la memoria storica, che ha un valore altamente educativo e contribuisce a creare un clima di solidarietà onde evitare gli errori del passato e far tesoro delle esperienze positive. Ha concluso questo secondo incontro Nino d’Ambra che, su richiesta di alcuni ospiti, ha spiegato cosa era l’OVRA (Opera di Vigilanza e Repressione Antifascista) che ebbe una funzione concretamente repressiva sulle famiglie italiane. Creata nel 1926, per ordine di Mussolini, da Arturo Bocchini, aveva la prioritaria funzione di individuare chi parlava contro il Governo fascista (o tramava), di farlo arrestare e poi deferirlo al Tribunale Speciale. Durante il Ventennio furono sottoposti a tale Tribunale 5139 italiani, di cui solo 665 imputati assolti (fra cui, fortunosamente, l’avv.Rocco d’Ambra). Il Tribunale Speciale giudicava come Giudice Unico e le sue sentenze non erano appellabili. Gli altri imputati furono condannati a morte (42, di cui 31 eseguite), o al carcere o al confino. I funzionari e gli agenti dell’OVRA percepivano uno stipendio doppio rispetto agli altri dipendenti dello Stato. Lo stesso Mussolini ne aveva precisato le funzioni: « Vogliamo creare una polizia politica: una specie di occhio magico che tenga sotto controllo gli italiani e mi sappia fare in ogni momento un quadro completo e ben aggiornato di ciò che si ha e si dice in tutt’Italia. Uomini al di là di ogni dubbio, con l’astuzia della volpe e la rapidità di un serpente, devono imparare la difficile arte della provocazione, insinuarsi tra la folla, appartenere ad ogni ambiente e sapersi intrufolare in qualsiasi ceto sociale». Un’ultima annotazione poetica: il Centro ha eletto la gaggìa a “fiore del partigiano”, nella considerazione che essa, profumatissima e delicata, di un bel colore giallo, nasce ed esaurisce il suo ciclo vitale in mezzo a rami pieni di spine insidiose. Il fiore è stato offerto a tutte le donne intervenute. (Caterina Sepe,”Il Golfo” del 25.10.2003, pag.30).
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Ultimo aggiornamento Giovedì 07 Maggio 2009 18:20 |